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RELAZIONE DELLA
COMMISSIONE NOMINATA
DAL DI TREVI
li 30 Novembre 1885 per riferire sulla sistemazione
FOLIGNO
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[ I numeri in grassetto tra parentesi acute < > indicano le pagine dell'opusscolo originale. Le parole divise a fine pagina sono trascritte interamente nella pagina in cui iniziano] |
UNA eterna questione tra la famiglia Sermattei Della Genga ed il Comune di Trevi, mai agitatasi avanti ai Tribunali, ma neppur mai risoluta dalle trattative di Gabinetto, esiste da mezzo secolo sul fiume Clitunno, le cui rarità furono cantate dai poeti di tutti i tempi, ma i cui benefizi pochi ebbero a riconoscere, ed i cui danni molti a deplorare. E su questa eterna questione siamo noi chiamati a pronunziare forse l'ultima parola per il Municipio di Trevi che speriamo vorrà trarne argomento e linea di condotta definitiva per l'avvenire. Noi ci studieremo di riepilogare i fatti della controversia e trattare colla maggiore possibile sobrietà i quesiti che da essi scaturiscono per naturale e legittima conseguenza: e secondo che meglio sembrerà a noi nell’interesse del nostro Comune, concluderemo. Per istromento 9 Febbraio 1806 notaro Bassetti il Comune di Trevi ebbe dalla S. Congregazione del Buon Governo in enfiteusi perpetua i molini ad olio ed a grano, compresa la pesca del fiume Clitunno, una volta di proprietà del Comune medesimo e che allora per sovrano rescritto spettavano alla Cassa di amministrazione dei beni destinati alla dimissione dei debiti delle Comunità. Il canone netto da qualsiasi peso e colla manutenzione a carico del Comune fu di scudi 600. Nel 1827, la Commissione incaricata della dimissione del debito delle comunità, pose in vendita il dominio diretto dei molini ossia il diritto di percepire dal Comune di Trevi gli scudi 600 annui, nonché il diritto di pesca nel fiume.
Questo dominio
diretto fu acquistato dal Sig. Giuseppe Franceschini per il patrimonio
privato di Sua S. Leone XII. Quando il Trevano E Monsignor Mattei Segretario della Sacra Congregazione del Buon Governo incaricato dal Municipio Trevano da un lato, e Giuseppe Franceschini nella qualifica di cui sopra dall’altro, vennero a trattative tra loro e dopo molto esame e giusta ponderazione convennero e stabilirono che invece del prezzo dell’utile dominio, il patrimonio privato del Papa avrebbe assunto l'obbligo di rassegnare alla comunità di Trevi un capitale in censi, canoni o consolidati di scudi 340 annui liberi e non soggetti ad alcuna ritenzione. Ciò convenuto si stipulò tra essi nelle rispettive qualifiche suespresse, l'istromento di vendita del dominio utile dei molini Faustana dal Comune di Trevi a favore del patrimonio di Sua Santità li 1 Ottobre 1827 per atti del Notaio Bartolomeo Offredi di Roma. Le condizioni previste ed apposte al contratto furono molte e saggissime; e sembra impossibile a chi esamini quell’istromento, il persuadersi che da esso e specialmente dall’articolo 5 del documento possa essere sorta tanta contestazione da occupare la mente o l’opera di un Municipio e della Famiglia Genga per oltre 60 anni, a prescindere dalle continue preoccupazioni della Superiore autorità amministrativa. Lo spurgo e la manutenzione del fiume Clitunno, (e lo dimostreremo ), è stata sempre dal Municipio di Trevi sostenuta a proprio carico, per il tratto che esso fiume percorre nel territorio suo. Nè questo fatto era ignoto a chi stipulò l'istromento, giacchè nella parte narrativa dell’atto si dice che l'offerta di scudi 340 per parte del Sig. Franceschini fu riconosciuta giusta da Monsignor Mattei e vantaggiosa alla Città di Trevi, non meno per gli esposti rilievi, che per gli oneri quali vengono assunti dall'acquirente o fra essi specialmente quello di cui al successivo N. 5 delle dichiarazioni. Ed è perciò che le parti contraenti stipularono all’art. 5 dell’istromento quanto segue: “La manutenzione degli argini e delle rive del fiume, la ripulitura del letto ed altro occorrente, sarà a carico del patrimonio privato di Sua Santità entro quei limiti cui era tenuta la comune di Trevi;. Tale articolo fu interpetrato dai Sig. Marchesi Sermattei a proprio vantaggio; essi intesero che l'istrumento parlando dei molini anche la clausola della manutenzione |
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Tra i tanti
reclami antichi e recenti ( giacchè ve ne furono in tutte le epoche,
alcuni dopo la vendita fino ai dì nostri come si rileva dagli atti) è
prezzo dell'opera riportare quello avanzato al Sig. Gonfaloniere di Trevi
li 9 Ottobre 1836 dai principali ragguardevolissimi possidenti e Cittadini
Trevani. Esso si esprime così "Illmo
Sig. I danni rimarchevoli che i
sottoscritti possidenti ricevono in modo insopportabile dalle acque del
Clitunno e della Sportella, esigono un fondamentale e sollecito riparo. Il
primo aumentato anche nella trascorsa ed attuale stagione piovosa dalla
quantità delle sue acque sorgive, non entra più nell’alveo a cagione delle
tante erbe delle quali è ingombro, delle lamate, dei riempimenti ed altro
che ne stringono soverchiamente la sezione. La seconda è ripiena di erbe,
di sterpi, di spine, di lamate, che non può in alcun modo contenere le
solite acque. Da tutto ciò consegue filtramenti degli argini, traripamenti
delle sponde, e deperimento nelle piantagioni, dilamazione, e sgrottamenti
continui negli stessi argini e sponde, e quindi guazzo nei campi e nelle
fosse. Rimedi unici a tanti mali sarebbero espurgo delle erbe,
sterpamenti, rettifilazione a dolce scarpata, escavazione, e remozione dei
ridossi, sostegni con passonate e con rinfianchi. Tali rimedi poi
sarebbero inefficaci allo scopo se si eseguissero in parte e non in tutta
la linea dei due nominati corsi e se si facessero precari ed incompleti. E
siccome il Clitunno è il movente dei pubblici molini di Trevi, e la
Sportella è il recipiente delle acque di scarico dei medesimi, così i
possidenti oratori ricorrono alla V. S. Illustrissima, che si degnamente
regge le sorti della Comune di Il reclamo meritava di essere riportato, perchè esso è lo specchio più fedele dei mali antichi e presenti, derivanti dal fiume Clitunno, e perchè contiene un preciso programma di azione per rimediare i medesimi mali. Il Municipio Trevano s'interessò subito con amore e lodevolissima sollecitudine della grave controversia ed espose alla Superiorità lo Stato delle cose, i diritti del Comune, gli obblighi dei Sermattei, invitò questi all'adempimento dei loro doveri e degl'impegni assunti nel contratto di vendita. Ma tutto riuscito inutile, già si dava mano allo vie giudiziali, quando morcè i buoni offici del Delegato Apostolico di Spoleto, il 25 Febbraio 1839 fu deciso fra il Comune e la Famiglia Genga di rimettere la decisione dell'interpetrazione dell’articolo 5 del contratto di vendita, a tre arbitri nominati uno per ciascuno dalle parti ed uno dal Delegato, ed il cui lodo fosse inappellabile. Questo istromento di compromessa fu stipolato nell'epoca sud: a rogito del Notaro Ubaldi Spoletino. Per volontà degl'arbitri e delle parti il 6 e 9 Giugno 1839 il lodo fu prorogato al 15 Agosto detto anno: ma la sentenza arbitrale non venne per morte di uno degli arbitri e le cose ritornarono allo stato quo ante si in fatto che in diritto: donde nuovi danni, nuovi reclami, nuove trattative, a seguito delle quali il 6 Novembre 1846 fu conchiuso tra le parti contendenti un contratto, mercè il quale in vista solo dell’urgenza di provvedere e con reciproca protesta di provvisorietà, e d’integrità dei propri diritti, lo spurgo del Clitunno dal confine di Trevi con Pissignano fino al Ponte di S. Pietro, dovea essere a carico del Comune di Trevi; dal ponte di S. Pietro in Bovara fino a quello di Pietra Rossa dove rientra la Sportella; a carico della Famiglia Sermattei; |
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É un fatto accertato anche
dall’ispezione dei sottoscritti sul luogo, e notissimo a tutti, lo stato
deplorevolissimo del Clitunno. Prima e sicura causa di esso è la mancanza
di manutenzione e di spurgo fin dall’epoca o quasi, in cui il Comune di
Trevi vendette i molini della Faustana al patrimonio privato dì Sua S.
Leone XII. Nè su questa causa può nascere dubbio alcuno, quando si
rifletta solo, che le acque del fiume Clitunno per le molte erbe,
riempimenti o frane, che stringono
È incontrastabile
in fatto che nè i frontisti nè gli adiacenti al |
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Da tutto quanto
sopra, apparisce fino alla evidenza che il Comune di Trevi prima del 1827
epoca della vendita dei molini della Faustana alla Famiglia Sermattei,
mantenesse gli argini e le ripe del fiume Clitunno, ne ripolisse il letto
e facesse tutti gli altri lavori di manutenziono in tutto il tratto che
percorre il territorio trevano ossia dal confine di Pissignano fino a
quello di Foligno. Mettiamo in relazione questo fatto certo colla parte
narrativa dell’istrumento di vendita dei molini 1.° Ottobre 1827, rogito
Offredi, nella quale si dice che M. Mattei Segretario della Sacra
Congregazione del Buon Governo, agente per il Comune trovò giusta la
proposta di annui scudi 340 in luogo del prezzo dei molini, per le gravose
condizioni assunte dal compratore Genga e specialmente per quella di cui
all'articolo 5 dell’istromento stesso che dice "La manutenzione
degli argini e delle ripe del fiume, la ripulitura del letto ed altro
occorrente, sarà a carico del patrimonio privato di Sua Santità entro quei
limiti cui era tenuto il Comune di Trevi,, e si dedurrà per corollario
imprescindibile e necessario che se il fiume era mantenuto ed espurgato
dal Comune Trevano per tutto il territorio suo, in questi stessi limiti
sarà tenuto i’acquirente Sermattei, ora Sig. Serafino Bonaca
compratore dei ruolini che provocarono tanta agitazione. Per il contratto di vendita dei molini 1.° Ottobre 1827 stava a carico dei Sermattei, ed oggi sta a carico del Sig. Bonaca la manutenzione del canale la Sportella, perché il §. 3.° del detto istromento parla così: “Facendosi la detrazione dei pesi e spese inerenti ( come ragione persuade ) alla somma di scudi 606 all'anno e cioè scudi 600 per il canone e 6 almeno un anno per l'altro per i restauri del fiume Sportella il profitto in un..." ciò che dimostra appieno l'onere impostosi dal compratore.
Ma il 30 Marzo
1865, venne in vigore la legge sui lavori pubblici, la quale fra le altre
disposizioni contiene puro al tit. 3.° quelle che riguardano le opere
intorno alle acque pubbliche. L’articolo 96 della legge
contempla le opere di 3.a categoria e dispone: “gl'interessati
riuniti in consorzio provvedono alle opere e sostengono le spese a)
per difendere le ripe dei fiumi non arginati e delle loro diramazioni, Ciò stante a chi spetterà il diritto, ed a chi incomberà l’obbligo di far rispettare la stipulazione del 1827? Nessun dubbio che il Comune di Trevi abbia questa facoltà e come tutore legale dei suoi amministrati e ex stipulato: crediamo noi che questo diritto non uti universi, sed uti singoli, nel loro particolare ed individuale interesse, spetti a ciascuno che si creda o sia realmente danneggiato dall’inadempimento dell’obbligo suddetto. Il Comune poi avrà il dovere di procurare con tutti i mezzi in via amministrativa l'esecuzione di quel contratto, non però d’ingolfarsi in una lite che per quanto sicura, andrebbe a vantaggio di alcuni danneggiati ed a carico di moltissimi che non hanno nulla a tutelare in questo giudizio. Il Comune ha il dovere di conformarsi al principio: salvaguardia degli interessi dei singoli subordinati però a quelli della maggior parte; e perciò è chiaro, spettare agli interessati l'obbligo di far rispettare questa convenzione nel modo che crederanno più opportuno. Ed essi pare che abbiano cominciato a provvedere, iniziando giudizio relativo contro il Sig: Francesconi che ritengono unico autore dei danni che da tanto tempo hanno dovuto lamentare; e non spettando a noi l'esaminare se bene od a ragione abbiano contro il Francesconi rivolto le armi loro e se potranno con questo adottato sistema raggiunger lo scopo o se dovea tenersi altro metodo più opportuno al riguardo, così queste indagini verranno completamente omesse. Ed ora ci sia lecito, dopo il lungo cammino, dire col Divino Poeta. “Per correr miglior acque, alza le vele ”Ormai la navicella del mio ingegno “Che lascia dietro a se mar sì crudele ".
E pregare
l'Eccellentissimo Consiglio Comunale di Trevi, perchè voglia accogliere le
nostre conclusioni. 1.° "Che il Municipio di Trevi si dichiari estraneo a qualsiasi obbligo di manutenzione e di spurgo od. altro del fiume Clitunno e Sportella, perchè quest’onere per tutto il térritorio Trevano spettava alla famiglia Sermattei, ed ora appartiene al Sig: Serafino Bonaca come attuale proprietario dei molini la Faustana. 2.° “Affermi e dichiari il suo diritto come quello dei singoli interessati di far rispettare con tutti i modi permessi dalla legge, la convenzione in proposito stipulata colla famiglia Sermattei il 1.° Ottobre 1827. 3.° “Inviti la Giunta Municipale a far pratiche sollecite ed energiche in via amministrativa col Sig: Serafino Bonaca perché questi disimpegni gli obblighi suoi, come successore per stipolato alla Famiglia Sermattei primitiva obbligata e riferire al Consiglio Comunale l'esito delle pratiche medesime perchè questo possa provvedere ulteriormente se e come crederà nell’interesse del Comune.
Trevi, 29 Giugno 1886. P. LA COMMISSIONE Firmato: GIUSEPPE Dottor UBALDI relatore estensore Letta dalla Commissione, approvata e confermata da essa; sottoscritta da tutti i suoi membri, menochè dal Sig: Conte Filippo Valenti, che per indisposizione fisica ha dichiarato di non poter sottoscrivere. Trevi, li 30 Giugno 1886.
LA COMMISSIONE
Firmati
CORRADI PIER FRANCESCO Perito Comunale GIUSEPPE Dottor UBALDI relatore estensore
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Aggiornamento: 29 ottobre 2008. |