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TREVI - Questa volta si fa sul serio. E' determinato il Comitato per la difesa del fiume Clitunno Trevi-Campello a portare avanti la propria battaglia e a seguito dell'assemblea pubblica di qualche giorno fa, in una nota, ha messo nero su bianco alcuni punti fondamentali emersi nel corso dell'incontro pubblico. E sopratutto inadempienze.

In primis, "che l'Arpa non compirebbe - si legge nel comunicato a firma del Comitato - il suo dovere in quanto analizzerebbe le acque in ritardo, dopo che l'ondata di liquami inquinanti è passata. Perché - si chiede il Comitato - non si decide di analizzare anzitutto i fanghi del fiume? Perché non si installerebbero nei luoghi adeguati stazioni di monitoraggio fisse e tecnologicamente adeguate? Anche l'Asl non espleterebbe le necessarie verifiche nelle fabbriche e negli impianti fuorilegge".

Inoltre, a giudizio del Comitato, anche la VUS non adeguerebbe i depuratori che scaricano così nel fiume e nel suo bacino acque batteriologicamente inquinanti. Per tutti questi motivi, il Comitato chiede "che la giunta regionale debba finalmente adottare un piano d'emergenza per la tutela delle acque e dell'ambiente reperendo le risorse adeguate (invece di buttare soldi per ciclopiche iniziative che deturpano la nostra regione). Dall'assemblea è emerso, come sottolinea nella nota il Comitato - che una politica definitiva e organica di difesa del Clitunno e del suo bacino implica l'istituzione di un parco fluviale regionale protetto. Progetto che ha trovato d'accordo i due sindaci presenti. Sindaci i quali si sono dichiarati favorevoli".

Un incontro sarebbe ora in programma per i prossimi giorni tra una delegazione composta dai comitati per il Clitunno e dei sindaci del comprensorio con la presidente della giunta regionale. Intenzione del Comitato, che non abbassa la guardia, è quello di promuovere altre forme di protesta a difesa della salute del fiume dei poeti.

Anna Maria Piccirilli