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Da La Nazione 27/3/2008  pag.17
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AMBIENTE - ESITI DELLO STUDIO AVVIATO DOPO IL DISASTRO «UMBRIA OLII»
Il Clitunno è malato: lo dice l’Arpa
Arsenico, cromo e idrocarburi a stretto contatto con i sedimenti

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PERUGIA

IL CLITUNNO non gode affatto di buona salute. Anzi, i test rivelano una tossicità elevata dei sedimenti, una situazione di degrado generalizzata dettata dalla presenza di scarichi irregolari, fenomeni di abusivismo su alcuni tratti della sponda e una generale noncuranza nei confronti del fiume e del suo ecosistema.
INSOMMA, il fiume sembra essere lontano parente dì quel corso d’acqua a cui, in epoca romana, venivano attribuite proprietà miracolose. A
rivelarlo è uno studio dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente), avviato la scorsa estate, dopo che l’incidente alla «Umbria Olii » di Campello aveva contribuito a peggiorare e non di poco le cose. I risultati hanno mostrato che il 60 % dei campioni analizzati, risulta tossico. Sui sedimenti, in particolare, sono state rilevate concentrazioni significative di arsenico, cromo, rame, zinco, nonché la presenza di idrocarburi pesanti. «Per fortuna ha spiegato durante una conferenza stampa a Perugia il direttore di Arpa, Alberto Micheli l’acqua che scorre lungo il Clitunuo è di buona qualità. La tossicità riguarda le acque che sono a contatto con i sedimenti del fiume. Per questo, prima di rimuoverli e di depositarli lungo le sponde (i sedimenti non sono classificati come rifiuti pericolosi, ndr) occorrerà attenzione». Ma le cattive notizie non sono finite. In tutto il reticolo esaminato dai tecnici dell’Arpa sono stati rilevati 124 scarichi abusivi di varia natura, dei quali 86 lungo l’asta del fiume Clitunno, il resto su affluenti. Sono stati scoperti complessivamente 62 punti di attingimento (più o meno autorizzati). Neanche l’analisi della popolazione ittica è soddisfacente: la stazione di Pigge presenta rispetto ai campionamenti del 2005 un netto peggioramento nella composizione della comunità, con riduzione della diversità
di specie. E infine, su alcuni tratti di sponda, pesa la realizzazione di recinzioni, strutture per l’allevamento del bestiame e apparati artigianali di attingimento, oltre alla presenza diffusa di rifiuti solidi, «frutto
sostiene l’Arpa di un retaggio culturale che identifica il fiume come sistema gratuito di smaltimento ed evacuazione». E i rimedi?

«DOBBIAMO agire sulle cause ha detto Svedo Piccioni, presidente Arpa — rimuovendo o ridimensionando pesantemente i fattori di degrado, che porteranno, in assenza di interventi mirati, ad un costante peggioramento dello stato ambientale del fiume». Da parte sua, l’assessore regionale all’Ambiente, Lamberto Bottini, ha annunciato che verifiche e studi simili saranno effettuati anche in altri fiumi della zona.

Michele Nucci

 

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Aggiornamento: 08 marzo 2009.