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Il Clitunno nei testi dei classici
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Diversi Autori latini si sono soffermati nella descrizione delle Fonti e del fiume Clitunno.
Per il percorso limitatissimo - non più di 10 chilometri prima di impaludarsi nel "lacus Clitorius" - e per la limitata portata non era certamente tra i fiumi più importanti conosciuti dai Romani. Ma la limpidezza e la freschezza delle sue acque, il suo scorrere placido sul fondovalle, e la straordinaria amenità del paesaggio certamente suscitarono negli antichi grande ammirazione che portò alla deificazione del fiume e dei numerosi ruscelli che in esso confluiscono. Letterati e poeti che seppero tradurre in parole le straordinarie emozioni ci hanno lasciato le seguenti testimonianze: |
Citiamo di seguito i classici latini che hanno dedicato alcuni loro versi al Clitunno
Hinc
albi, Clitumne, greges et maxima taurus |
1)Da qui, o Clitunno, le bianche greggi e il toro - la massima vittima - spessso bagnati nel sacro fiume, portarono ai templi degli dei i trionfi romani | |
Publio Virgilio Marone, Georgiche, Libro II, vv. 146-148 |
Qua
formosa suo Clitumnus flumina luco |
Dove il bel fiume Clitunno fa ombra col suo bosco e l’onda bagna i buoi candidi come la neve | |
Sesto Properzio, Elegia II, 19, 25-26 |
Aut praestent niveos Clitumnus novalia tauros |
I campi offrano bianchi tori, Clitunno | |
Stazio, Silvarum, in Soteriis, I, 4 128 |
Quin
et Clitumni sacras victoribus undas |
Le Sacre onde del Clitunno che offrono candidi armenti ai trionfi laziali | |
Claudiano, De Consulatu Honorii, Lib. VI, 505 |
Non tales quondam species tulit armentorum tellus tergemino subdita Geryonae. Non tales, Clitumne, lavas in gurgite tauros, Tarpeio referunt quos pia vota Iovi. 5 Non talis Tyrias sparsisse iuvencus harenas dicitur, optatum quando revexit onus. Non Cretaeus ager nec amati conscia tauri Cnosos nec similes paverit Ida feros. Ipse et dispariles monstro commissus in artus, 10 qui crimen matris prodidit ore novo, Cres puer haud talem potuisset reddere formam, praestarent totum si fera membra patrem. Claudiano, Carmina minora, DESCRIPTIO ARMENTI |
Et
lavat ingentem perfundens flumine sacro |
Il fluente Clitunno lava nell’onda sacra l’immane toro | |
Silio Italico, Lib VIII, 450 |
Nec
finitima nutritus in herba |
Non nutrito nel confinante ricco prato ma, ostentando calmo i pascoli del Clitunno | |
Giovenale, Satire XII vv. 13-14 |
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Aggiornamento: 01 settembre 2011. |
Note Sesto Properzio ci informa che quella parte dell’Umbria dove egli aveva avuto i natali, era doviziosa di terre fertili. Altrove asserisce che il Clitunno, dalle sponde incoronate da boschetti, lavava con le sue acque i candidi buoi.(E.Vetturini, Terre e acque in valle Umbra, Bastia, 1995, pag. 74) Proxima supposito contimgens Umbria campo me genuit terris fertilis uberibus (I, 22,vv.4-5) e ( II, 19, 25) |